Risorsa 29
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è immersa nel verde, affacciata sul Vesuvio, un piccolo terreno dove vengono “seminate” quotidianamente innovazione e proposte culinarie, sotto piantagioni di tradizioni che “conservano” sapori e profumi autentici, di un territorio ricco di eccellenze: osteria famiglia Principe 1968 e chest’è!

Nasce nel 1968 la vocazione per la ristorazione della famiglia Principe, grazie alla voglia e alla passione dei Nonni, che da abili contadini si trasformarono in ottimi osti. Quattro anni dopo, il capostipite Vincenzo e la moglie Rosanna, vera regina dei fornelli, diedero vita al primo vero ristorante…

L’osteria famiglia Principe 1968 fa parte dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, da anni riceve il prestigioso riconoscimento della Chiocciola Slow Food e da sempre utilizza solo e soltanto materie prime selezionate.

Qualcuno lo fa con la forchetta, qualcun altro si arma anche del cucchiaio e poi c’è il vero amatore, quello che alla fine, cerca la fetta di pane per gustarlo tutto, fino all’ultimo pomodorino…

Beneventani: la metà dell’intera produzione vinicola campana è composta da vini beneventani o sanniti. Essi si incentrano e si snodano lungo i territori collinari adiacenti o prospicenti al Massiccio del Taburno-Camposauro, nonché lungo le valli: Telesina, Vitulanese e Caudina. Vantano di una D.o.c.g.: Aglianico del Taburno e cinque D.o.c.: Sannio, Solopaca e Solopaca Classico, Taburno, Guardiolo e Sant’Agata dé Goti.

Irpini: sono i vini che negli ultimi anni, hanno rappresentato al meglio la vitivinicoltura Campana. Essi infatti stanno contribuendo al rinnovamento di un modello qualitativo che per decenni è rimasto incosciente della sua grandezza. Qui si trovano sia vini bianchi, come il Fiano o il Greco di Tufo e sia vini rossi come il Taurasi (da vitigno Aglianico).

Salernitani: sono dei vini apprezzati particolarmente per i loro vitigni autoctoni come, il Tintore di Tramonti, il Piedirosso, la Ginestra e altri ancora. Il filo conduttore della produzione è la qualità, che si esprime liberamente tra una varietà di profumi e gusti inebrianti. Tra le denominazioni di riferimento troviamo: la D.o.c. Costa d’Amalfi, la D.o.c. Castel San Lorenzo e la D.o.c Cilento.

Vesuviani: Ischia, Vesuvio, Campi Flegrei, luoghi magici e famosi, dove sono nate tra le viticolture più antiche e inimitabili dell’intera regione Campania. Piedirosso, Aglianico, Olivella, Sciascinoso, Falanghina, Coda di volpe, Catalanesca, Biancolella, Forastera. Viaggiare tra i vini di Napoli significa dunque entrare in un mondo ancora poco esplorato e conosciuto, capace di esprimere bicchieri di carattere, che naturalmente si sposano con la grande gastronomia partenopea e italiana.

Casertani: Grazie alla sua notevole estensione territoriale i vitigni casertani rappresentano oltre il 20% della produzione campana. Ciò è possibile grazie alla bio diversità dei territori. Dai vitigni del Matese, a quelli D.o.c. dell’Asprinio di Aversa, del “Galluccio” di Roccamonfina e del “Falerno” del Massico, passando per il “Terre del Volturno”  e il “Casavecchia” di Pontelatone. Rossi, bianchi e rosati nel casertano non proprio nulla in quanto a varietà di uve e vitigni.

Chiuso

12:00 – 15:00

19:00 – 23:00

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